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Me Style incontra il manager Ruggero Aricò. Fra smart working e tecnologia sempre più avanzata, una “fotografia” del nostro domani che diventa sempre più oggi. E con i minori spostamenti l’intero ecosistema ne beneficerà.
È una delle eccellenze messinesi nel mondo, la sua carriera, brillantissima, lo ha portato a ricoprire prestigiosi incarichi. Nel 2000 entra a far parte del Gruppo Enel nella Direzione Affari Istituzionali ed Internazionali, nel 2003 si trasferisce a Bruxelles per gestire i rapporti con l’Unione europea, in particolare con il Parlamento europeo. Dopo 5 anni si trasferisce a Mosca come Responsabile delle Relazioni Esterne per la Russia ed i paesi CIS e nel 2010 arriva ad Algeri come Responsabile delle Relazioni Esterne per l’Algeria. Da marzo 2016 è il Responsabile degli Affari Istituzionali per l’Europa, l’Africa, l’Asia e l’Oceania di Enel Green Power.
Ruggero Aricò, 42 anni, vanta oggi una lunga esperienza nelle relazioni internazionali, negli affari istituzionali e nei settori dell’energia e dell’ambiente. Parla sei lingue straniere ed è spesso invitato come “visiting professor” presso Università e come relatore e moderatore di conferenze nel mondo. È anche Vice Presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo e membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Italia-ASEAN. Dal 2018 è Vice Presidente della Onlus “Disability Pride Italia”, l’associazione che promuove la piena inclusione nella nostra società delle persone con disabilità. Membro del Rotary Club “Stretto di Messina”, ha ricevuto l’onorificenza più alta “Paul Harris Fellow”.
Il Covid 19 lo ha bloccato casualmente nella sua Messina, ma lui in smart working ha continuato a lavorare tenendo fitti contatti con tutti i contesti internazionali che lo vedono impegnato. E proprio da questa riflessione parte il nostro dialogo.
- Ruggero, la tecnologia ci ha detto che possiamo fare anche a meno degli incontri “fisici”, che tutto ciò che ieri abbiamo sempre fatto attraverso gli spostamenti oggi possiamo farlo davanti ad un pc. Che mondo troveremo, dunque, fra poco?
“Un mondo cambiato, dove le relazioni ancora per molto tempo si dovranno svolgere in un altro modo, ma se da una parte ci mancherà il contatto fisico, gli effetti sul clima mondiale saranno positivi. Il lockdown, infatti, ha già avuto un primo impatto positivo sul clima in Cina ed in molti altri paesi, tra cui il nostro, dove è migliorata la qualità dell’aria e delle acque”.
- Durante l’emergenza l’apporto della tecnologia è stato fondamentale.
“Si, la tecnologia rende tutto possibile. Per esempio, lo strumento dello smart working, che andrebbe incentivato, porta ad una sana conciliazione vita-lavoro e riduce gli spostamenti delle persone con positive ricadute sulle emissioni nell’atmosfera e sulla salute dei lavoratori”.
- Ci mancherà il “mondo di ieri”?
“Certamente, le relazioni dovranno però essere ripensate, in quanto sarà necessario adeguarsi a questa nuova modalità di interazione, altrimenti si corre il rischio di essere tagliati fuori. Non vanno peraltro sottovalutati gli aspetti positivi, come per esempio la possibilità di seguire davanti ad un pc i migliori docenti ed esperti del mondo, senza spostarsi. Trovo che questo sia straordinario perché ha reso la cultura e l’informazione fruibile da tutti, basta volerlo. La scommessa sarà proprio questa.”
- Cambia la modalità ma non il contenuto?
“Esatto, per esempio, in questo periodo, ho partecipato a numerosi convegni e moderato diverse conferenze virtualmente, in tanti paesi del mondo. Fino a poco tempo fa invece, dovevo inevitabilmente viaggiare di frequente da un lato all’altro del pianeta. Da domani l’elemento fisico sarà ridotto al minimo”.
- Come hanno reagito al Covid 19 i paesi del mondo?
“Ognuno in modo diverso e non sempre positivamente. La Corea del Sud a mio parere è stata una delle nazioni che ha avuto una buona capacità di reazione, ha mappato subito l’emergenza e l’ha fronteggiata efficacemente. Non altrettanto hanno fatto gli Stati Uniti o la Svezia, paesi che hanno lasciato aperte le attività ed i problemi anziché ridursi, sono aumentati. In Africa, nonostante sia l’area geografica meno colpita al mondo dal virus, circa 20 milioni di posti di lavoro sono a rischio.
In Italia il lockdown ha funzionato bene, molto meno la comunicazione dove sono stati commessi involontari errori e, soprattutto, ci sono stati troppi interlocutori”.
- L’Italia pagherà un prezzo altissimo per aver fermato quasi tutte le attività del Paese.
“L’impatto del lockdown sarà devastante sulle attività produttive e sarà impossibile recuperare ciò che si è perso in questi mesi. Servirebbero misure mirate, in Asia per esempio si sta riflettendo sullo sviluppo di politiche industriali nazionali volte a potenziare il proprio tessuto produttivo.
- Che ne pensi dell’App Immuni che nasce per limitare il numero di contagi, ma che sta facendo discutere dal punto di vista della privacy?
“In Corea del Sud ed in altri stati App simili stanno funzionando, dipende però dal modo in cui verrà gestita e comunicata alla gente.”
- Il governo italiano ha messo a capo della task force per la fase due il manager Vittorio Colao, sarà l’uomo giusto?
“Affidare le emergenze a figure manageriali non può che essere solo un vantaggio. Lui sa cosa succede sul campo, conosce l’economia e il tessuto produttivo, in questo senso mi sembra un’ottima scelta.”
- Che mondo ci riconsegna l’emergenza Covid 19?
“Un mondo in cui occorrerà sempre più reinventarsi per costruire relazioni professionali. Paradossalmente sono aumentate le richieste di amicizia su LinkedIn, il social network del lavoro.
Le piattaforme virtuali saranno i nuovi strumenti per negoziare e chiudere accordi.
Ma la vera rinascita post Covid19 dovrà necessariamente puntare alla sostenibilità come elemento chiave per lo sviluppo del nostro pianeta ed all’inclusione come pilastro del progresso economico e sociale di tutti”.
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