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L’emergenza sanitaria da Covid- 19 e la conseguente serrata delle
attività economiche hanno catapultato anche Taormina in un brutto incubo, da
cui gli imprenditori vorrebbero presto svegliarsi. Quando sarà possibile
riaprire e come cambieranno il comparto turistico e quello della ristorazione?
Lo chef stellato Pietro D’Agostino, patron del ristorante “La Capinera” non cela la sua
preoccupazione per la crisi economica che ha fatto seguito all’emergenza
sanitaria, ma vede il bicchiere mezzo pieno. Del resto Taormina è pur sempre
Taormina.
“Ripartire non sarà semplice- spiega D’Agostino– poiché non possiamo
contare sul turismo estero che è una risorsa importantissima per Taormina.
Abbiamo dunque la necessità di reinventarci, puntando di più sul turismo
italiano, ma una cosa è certa: lo Stato deve darci una mano. Molte aziende
probabilmente non riusciranno a riaprire, soprattutto quelle più piccole. Anche
come Presidente dell’Associazione Commercianti di Taormina- prosegue- mi sento
di dire che è necessario immettere liquidità e sospendere realmente tutte le
tasse, utenze comprese, che tutti stanno continuando a pagare pur non
incassando un euro. Io rimango fiducioso perché credo che a metà giugno potremo
ricevere nuovamente turisti e visitatori. Lo confermano anche le prenotazioni
che abbiamo proprio a partire da giugno”.
Quando finalmente La Capinera potrà riaprire i battenti quali saranno
le misure anti contagio che adotterete?
“Nel settore dell’alta ristorazione viene da sempre mantenuta la distanza
di un metro e oltre tra i tavoli- precisa– ma certamente seguiremo scrupolosamente i dettami del Governo e ci atterremo alle nuove regole. Anche in cucina seguiamo già delle norme igienico-sanitarie molto rigorose sia nelle tecniche di cottura e di conservazione, che nella preparazione pratica delle pietanze. I guanti li abbiamo sempre avuti e di certo se ci chiederanno di indossare le mascherine lo faremo. Inoltre quando riapriremo sarà già estate e dunque saremo agevolati dalla possibilità di ospitare i clienti in spazi all’aperto”.
Pietro D’agostino, ambasciatore della cucina siciliana nel mondo, è
anche ideatore dei Cooking Lab, laboratori didattici di cucina per team
aziendali e bambini ed oltre al ristorante La Capinera, ha negli anni scorsi
inaugurato il Kistè, nel cuore di Taormina, e lanciato una linea di prodotti
rigorosamente siciliani.
“In questo lungo periodo di quarantena-prosegue lo chef– mi sto dedicando al giardinaggio e alla cura del mio orto personale, dal momento che ho la fortuna di vivere in campagna. Da qui traggo ispirazione per nuovi piatti
che non vedo l’ora di proporre alla riapertura del mio locale. Utilizzerò molte verdure ed erbe aromatiche che ho riscoperto proprio grazie allo stop forzato e ne farò tesoro”.
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