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Oggi a Messina, per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale, non si terrà la processione delle Barette. Me Style ne parla con lo storico Franz Riccobono.
Soltanto i terremoti e le guerre avevano fermato eventi storici come le Barette ed in effetti quella al Covid 19 è una vera e propria guerra. Franz Riccobono, storico del territorio e di tradizioni popolari ritiene che sia la prima volta dalla seconda guerra mondiale in poi che processioni di così grande partecipazione popolare come le Barette subiscano uno stop. “Solo i disastri le hanno fermate ed il Covid 19 in effetti lo è”
- Qual è lo stato d’animo dei tiratori, dei battitori, delle confraternite di una processione che a Messina è seconda solo alla Vara?
“Sono molto abbattuti, ma come tutti comprendono benissimo la situazione. Oggi alle 15 l’arcivescovo di Messina Accolla guiderà una via Crucis nella Chiesa delle Barette di via XXIV maggio ma dal punto di vista della partecipazione non può essere certo la stessa cosa, mancherà il momento dell’aggregazione popolare che è insito in ogni processione, non ci sono uomini ma ci sarà giustamente la preghiera.”
- Una Pasqua per forza diversa ma con tutto il suo significato.
“La Pasqua ed il Natale sono le feste più importanti. La nascita di nostro Signore avviene a Natale la conclusione, attraverso la passione e la risurrezione a Pasqua, è come un ciclo naturale che si conclude, un racconto fatto di tante tappe che quest’anno purtroppo si vivrà in maniera diversa.”
- Non ci sarà l’emozione della cosiddetta “nchianata” delle Barette?
“ Questa per la verità è una cosa recente, non fa parte della tradizione, è qualcosa che è stato aggiunto negli ultimi decenni per rendere più emozionante la processione.”
- Ma come si dice Barette o Varette?
“A mio avviso questa è una disputa del tutto inutile. Si può dire in entrambi modi. Tutto nasce dalla presenza della bara del Cristo morto. Lo spirito è quello del coinvolgimento popolare dei fedeli che partecipano alla passione ed alla morte di nostro Signore, ma anche alla risurrezione. Dal punto di vista della natura è come se finisce l’inverno ed arriva la primavera, rinasce appunto la natura.”
- La storia ricorda che questa era una processione davvero prestigiosa.
“Si è vero, lo documenta anche il Samperi. Delle Barette si hanno notizie dal 1600. Un tempo partecipavano anche i regnanti, la popolazione che stava sui balconi preparava i trasparenti, delle tele dipinte con i colori in erba dietro le quali si mettevano dei lumini che le rendevano suggestivi. Anche la partenza era diversa, il corteo iniziava da quella che oggi è la Chiesa di San Salvatore nei pressi del Domenico Savio ed arrivava fino in via Santa Cecilia, passava da via Porta Imperiale altre strade fra cui Piazza Duomo. Era un’altra cosa, addirittura si teneva di notte, la partecipazione era generale e vedeva insieme il popolo e l’élite della città.”
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