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Padre Domenico Manuli, dell’Arcidiocesi di Messina, ci invita a riflettere sul vero significato della Pasqua. Con la sua collezione Spose di Sicilia dedica un pensiero a Lorena Quaranta, vittima di femminicidio.
Di Domenico Manuli
In questi giorni di quarantena continuo a leggere, scrivere e disegnare la mia collezione di Spose di Sicilia, un modo per soffermarsi sulla bellezza interiore delle donne contro la violenza, donne che hanno il dono della vita anche quando non madri. A maggior ragione voglio continuare questo progetto dopo la morte di Lorena Quaranta, uccisa dal suo compagno a Furci siculo.
il Papa nella preghiera che il 27 marzo ha tenuto il mondo incollato alla tv ha detto che è il tempo del giudizio, non quello di Dio, ma del nostro giudizio, il tempo di capire le scelte che abbiamo fatto finora e di decidere. Le sue parole ci hanno toccato. “Pensavamo di vivere sani in un mondo malato e ci siamo ritrovati malati, in un mondo in tempesta, noi fragili e impauriti, tutti uguali nella stessa barca. Tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri, nessuno può salvarsi da solo”
Quest’anno per la prima volta dopo secoli non ci sarà la tradizionale benedizione della Domenica delle Palme, Non ci saranno ramoscelli benedetti, ma forse questa sarà la domenica delle palme più importante della storia del cristianesimo, perché rimane solo il centro della celebrazione: la Passione di Gesù, Dio ci chiama ad entrare nel mistero della fede, lasciando tutto il resto.
La fede bisogna viverla nel quotidiano, Gesù entra in Gerusalemme su un asino, da qui inizia la sua passione, l’abbassamento del Figlio di Dio che lo porterà sulla croce, con questo gesto ci insegna a recuperare il valore dell’umiltà.
Mentre tutti amano cavalcare i cavalli vincenti nella corsa della vita con arroganza ed egoismo, calpestando sentimenti, valori e persone, in un mondo malato, colpito da un coronavirus che semina morte e paura ma che ha anche risvegliato la voglia di pregare, la lotta per la vita, la solidarietà, la coscienza che non si è soli ma siamo tutti fratelli legati gli uni agli altri come il detto cinese scritto sulle scatole di mascherine arrivate dalla Cina in Italia “siamo onde dello stesso mare, foglie delle stesso albero, fiori dello stesso giardino”.
Gesù cavalca un asino per insegnarci a scendere dai piedistalli, e lo dice ai re, ai politici, ai capi di azienda, a tutti noi. Le migliaia di bare dell’ ultimo mese ci devono far interrogare. La risposta la da Gesù con la sua storia, con la sua passione, con questa ultima Settimana Santa, carica di significati fino all’ ultimo respiro fatto di amore e perdono che ha squarciato il velo del tempio di Gerusalemme. Ma tutto inizia da quell’entrata in città su un asino perché nell’umiltà è racchiuso tutto: rispetto verso gli altri e verso se stessi, la generosità, il riconoscere l’importanza degli altri, il vero significato dell’abbraccio oggi negato, che è un grande gesto di umiltà nel dono reciproco che ci fa dire all’altro: “sei importante per me, da solo non posso farcela”.
Questa domenica delle palme mancherà la benedizione dei ramoscelli, ma mi auguro che resterà in tutti noi il bene dei gesti di Gesù, lasciamo perdere i cavalli da corsa, scegliamo anche noi l’asinello del servizio solidale e dell’umiltà, che ci resterà anche dopo la fine di questa pandemia.
Buona domenica delle palme a tutti.
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