IN QUARANTENA NON SMETTIAMO DI SOGNARE

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La psichiatra e psicanalista Maria Trimarchi parla degli effetti dell’isolamento sulla nostra mente

Stare chiusi in casa per un periodo così prolungato è una situazione inedita per tutti. Mai si era verificato un fenomeno simile in Italia e, per quanto sia giusto e necessario seguire le indicazioni del Governo al fine di limitare i contagi da coronavirus, la nostra mente potrebbe entrare in sofferenza, soprattutto nel lungo periodo.

A confermarlo a Me Style la dott.ssa Maria Trimarchi, psichiatra e psicanalista del Dipartimento Salute Mentale Messina nord dell’Asp.

Quali sono gli effetti della quarantena sulla nostra mente?

“Gli esiti veri e propri li vedremo tra un po’, poiché nel momento in cui si crea l’emergenza la nostra psiche è portata a reagire, ma il vero e proprio crollo avviene dopo, a causa del depauperamento delle sostanze prodotte dal nostro cervello. Se questa situazione si protrarrà ancora per molto cominceremo a vedere i primi effetti negativi. Ma il peggio arriverà dopo, paradossalmente quando la quarantena terminerà. Il cervello non è abituato a passare in modo improvviso da uno stato ad un altro, è necessario un periodo di adattamento. Per questa ragione è auspicabile una riapertura graduale alla vita normale”.

Ma un senso di disagio per la clausura forzata è già avvertito da molti…

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“Abbiamo attraversato un momento di reazione iniziale in cui si è riscoperto il senso della famiglia, dello stare insieme. Bisogna considerare però che le famiglie che funzionavano anche prima hanno senza dubbio una marcia in più, anche in situazioni come questa, in cui si è costretti a trascorrere tutto il tempo a stretto contatto. Quelle che avevano conflitti al loro interno corrono il rischio che tali conflitti si accentuino. Il consiglio per le famiglie è quello di conservare, anche nella quarantena, i propri spazi individuali. Per le persone che vivono da sole la situazione è ancora più difficile e sono senza dubbio le più penalizzate, in particolare gli anziani”.

Quali sono i campanelli d’allarme che ci fanno capire che qualcosa non va?

“Ansia, tachicardia, nervosismo, senso di soffocamento, ipocondria, ma anche la paura quando diventa eccessiva e sfocia in paranoia nei confronti dell’altro. Per evitare questo è importante cercare di mantenere ritmi di vita normali: alzarsi, fare colazione, non trascurare il proprio aspetto, e dedicarsi alle cose che più ci piacciono e che ci fanno stare bene”.

Quanto ci aiuta Internet?

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“E’ la nostra finestra sul mondo, ed è importantissimo perché ci permette di comunicare con gli altri. Bisogna però prenderlo nelle giuste dosi, ad esempio l’eccesso di informazione non fa bene al nostro cervello. Leggere sempre notizie inerenti il virus sul web o guardare troppi tg ogni giorno non aiuta affatto”.

Quali sono i rischi concreti di questa situazione?

“Se non si riesce ad affrontare bene questo periodo il rischio concreto è la depressione. Oggi non possiamo desiderare di fare un viaggio o semplicemente una passeggiata, per cui la nostra mente si abitua a non sognare più. I sogni sono importantissimi per la salute mentale e non averne può portare alla depressione”.

Come stanno affrontando gli psicoterapeuti questa emergenza?

“Abbiamo sperimentato una modalità nuova di lavorare, attraverso la tecnologia, con Skype o WhatsApp. Così siamo in grado di ascoltare ugualmente i pazienti. Inoltre l’Asp ha messo a disposizione dei numeri di telefono che tutti possono chiamare in caso di necessità”.

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